La giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare né ricevere danno.
Epicuro
La Psicologia giuridica
La Psicologia giuridica in Italia ha profonde radici e antiche tradizioni che risalgono addirittura agli inizi del ‘900, ma fu riconosciuta come scienza del comportamento soltanto nel 1925 con la pubblicazione di Psicologia Giudiziaria di Enrico Altavilla – giurista napoletano.
Tale disciplina unisce le diverse sfumature del Diritto, che indica ciò che è lecito, e della Psicologia, che ricerca le motivazioni del comportamento, senza che nessuna delle due discipline perda la necessaria autonomia.
Negli anni settanta il quadro teorico della Psicologia giuridica si arricchì con la fondazione, nel 1977 a Milano, del Gruppo di Psicologia Giuridica.
A Roma, presso l’Istituto di Osservazione del Ministero di Grazia e Giustizia con sede nella Casa Circondariale di Roma Rebibbia “Nuovo Complesso”, si contribuì allo sviluppo della disciplina attraverso attività prettamente psicologiche nell’ambito penitenziario e criminologico.
Attualmente la Psicologia giuridica ha finalmente raggiunto una sua collocazione stabile fra le diverse discipline che regolano l’ambito giudiziario, trovando posizione fra il diritto e la psichiatria forense.
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